La scuola è iniziata solo da qualche giorno, ma è da tempo che sentivo la necessità di affrontare una tematica che spesso sottovalutiamo, eppure è molto sentita dai ragazzi.
Infatti negli incontri avuti lo scorso anno e questa estate, più volte i giovani mi hanno chiesto perché la scuola non sia uguale per tutti, perché alcuni alunni hanno dei vantaggi in più?
Cerco di spiegarmi meglio: come molti di voi sanno alcuni alunni, dietro certificazione sanitaria riconosciuta, possono avere delle agevolazioni scolastiche, a volte superano anche l’anno scolastico perché in condizioni particolari. Questo atteggiamento crea, negli alunni che non hanno queste certificazioni, un senso di discriminazione, in quanto capita anche a loro soggetti “normali” di avere dei periodi “no” o con delle difficoltà.
In questa difficoltà, molto spesso, non trovano dall’altra parte quell’aiuto o quella comprensione di cui avrebbero bisogno. Anzi spesso questi ragazzi si trovano anche a perdere l’intero anno scolastico.
In un periodo come quello attuale, dove la dispersione scolastica è elevata e per la quale sono stati stanziati fondi, gli adulti, gli insegnati, gli educatori, dovrebbero porsi alcune domande: “Dove è finita l’inclusione scolastica?”. A queste domande dobbiamo dare una risposta forte e decisa, per evitare che si crei una linea di spartizione tra chi è certificato e chi no. Specialmente nelle scuole superiori, nel periodo adolescenziale, dove il ragazzo non ha la spinta giusta per comprendere questa cosa, dobbiamo essere noi grandi a far vivere serenamente questa diversità che poi alla fine ci accomuna tutti, in quanto ognuno di noi è diverso dall’altro.
Concluderei questa mia considerazione chiedendomi se siano veramente i giovani ad abbandonare ed allontanarsi dalla scuola, favorendo la dispersione, o siamo noi che li aiutiamo ad allontanarsi. Se fossero i ragazzi ad allontanarsi, come possiamo aiutarli? Mentre se siamo noi adulti ad incentivare questa dispersione, come possiamo metterci in discussione?