E’ giusto interferire nella vita di un figlio pre-adolescente?

E’ giusto interferire nella vita di un figlio pre-adolescente?
  • 9 Febbraio 2023
  • blog

Una mamma è venuta in studio e mi ha chiesto se è giusto interferire sulla vita e sulle scelte del proprio figlio tredicenne.
Per poter comprendere meglio l’argomento e, quindi, poter essere esaustiva, cominciamo a definire la parola “interferire”, che significa letteralmente intervenire in un ambito di altrui competenza. Successivamente cerchiamo di capire che un ragazzo all’età di tredici anni vive la fase della così detta preadolescenza in cui c’è un cambiamento generale, sia fisico ormonale, che caratteriale. I genitori devono avere ben chiaro che gli interessi, le passioni, gli amici ed il gruppo, sono al primo posto e sovrastano la razionalità che, in questo periodo, è ridotta per un acerbo sviluppo della corteccia pre frontale.
Quindi nella preadolescenza si fatica quotidianamente, come in un’eterna lotta, sul come ci si deve comportare con le diverse situazioni pratiche, tipo: “cosa indossare per non essere preso in giro”, “quale sport fare per sembrare più figo” o “se mettere o no un like ad un video per avere più follewer”.
Ora proviamo a sostituire il verbo “interferire” con il verbo “condizionare” e notiamo che lo scenario cambia, in quanto condizionare la vita di un ragazzo di tredici anni non è pedagogicamente corretto, soprattutto perché questa è l’età dove si cominciano a fare le scelte, dove la responsabilità deve essere esclusiva del ragazzo. Il genitore dovrà essere semplicemente un bravo regista di queste scelte, cercando di interferire il meno possibile, anche perchè il ragazzo tende a non ascoltarlo e a non chiedere aiuto.
Se il ragazzo non richiede il nostro parere per una determinata scelta è giusto che il genitore resti al suo posto: a tredici anni non sono più bambini e bisogna lasciarli sbagliare. Solo così riusceremo ad indirizzarli sulla strada giusta e a farli diventare adulti consapevoli. Altrimenti se continuiamo a mettere i cosiddetti “cuscinetti di rinforzo” quando il ragazzo cade, non ci sarà mai una vera e propria crescita. Non dimentichiamo che anche noi siamo stati figli e che il nostro modello di essere figli non può essere replicato.
Questo è il lavoro più difficile per i genitori: comprendere che i figli hanno una vita propria. Logicamente questo non vuol dire lasciar fare al ragazzo di tredici anni tutto ciò che vuole, perché altrimenti si diventa troppo permissivi e si creerebbero dei danni ancora peggiori. I pedagogisti hanno infatti notato che nei comportamenti non corretti dei ragazzi, come iniziare a fumare a dieci anni, ci sia una coincidenza con una famiglia in cui non ci sono regole chiare. Bisogna poi aggiungere che spesso, all’interno del nucleo familiare, non si parla di certi argomenti scomodi e imbarazzanti.
In conclusione quindi è importante che entrambi i genitori siano dei vigili attenti della vita del ragazzo, senza condizionare, ma fare da cornice alla loro vita, in modo che il ragazzo abbia uno spazio libero dove potersi muovere.

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