Perchè gli adolescenti non si guardano?

Perchè gli adolescenti non si guardano?
  • 2 Novembre 2023
  • blog

Racconto di un esperienza inclusiva con dei ragazzi sordi.

Oggi vi voglio parlare di una curiosità che mi ha colpito in questi giorni durante un’interessante coordinamento pedagogico che ho svolto in una scuola superiore del territorio sull’inclusione dei ragazzi sordi.

L’esperienza era rivolta alla classe ed ai docenti e si basava sullo svolgimento di un gioco che era una sorta di telefono senza fili, dove i ragazzi dovevano mimare, senza parlare, una frase o un concetto.

Da pedagogista ho notato che i ragazzi delle scuole superiori, ossia gli adolescenti, tendono a non guardarsi molto fra di loro, perché a questa età sono convinti che gli occhi di tutti sono rivolti su di loro.

Ma in questo gioco il guardarsi, per comprendersi, era fondamentale per la buona riuscita dello stesso. Il formatore che ha realizzato questa esperienza era sordo ed ha spiegato come la mimica facciale, i segni che trasmettiamo, anche inconsciamente, sono fondamentali per una persona che non sente. La vista diventa uno strumento fondamentale per un sordo che comprende quello che noi diciamo tramite la lettura del labiale.

La LIS, la lingua italiana dei segni, non è solo una mimica, qualche codice morse o un supporto all’espressione della lingua parlata, ma una lingua con proprie regole grammaticali, sintattiche, morfologiche e lessicali. Nella LIS si utilizza sia componenti manuali come la configurazione, la posizione, il movimento delle mani, che non-manuali, come l’espressione facciale, la postura. È una lingua che viaggia sul canale visivo-gestuale, integro nelle persone sorde, e ciò consente loro pari opportunità di accesso alla comunicazione.

A conclusione di questo gioco sono emersi due fattori che mi hanno fatto riflettere e che voglio condividere: il primo è che ho avuto conferma della difficoltà che hanno i ragazzi in fase adolescenziale a guardarsi tra loro, a comunicare con gli sguardi.

L’altra cosa che è emersa è il fatto che durante il gioco spesso si perdevano il segno comunicato nella fila, non arrivando quindi alla conclusione del gioco. Questo perché a questa età la memoria di lavoro è scarsa. Si tende infatti a perdere lo spirito bambinesco e l’attenzione per le cose e per i compiti lavorativi, sono disinteressati al mondo che li circondano.

In un mondo moderno come quello in cui viviamo in cui si comunica tanto, soprattutto con i social e tramite le faccine degli emoticon, si nota la difficoltà però, nella vita reale, ad esprimersi con le vere emozioni del viso, con un sorriso o mostrando tristezza e rabbia.