Caos?!? O… Caso?!?

Caos?!? O… Caso?!?

Nella società in cui viviamo l’essere organizzati ed avere un controllo quasi totale di tutto quello che facciamo è una cosa essenziale, quasi vitale.

Questo modo di vivere moderno frenetico ci ha costretto a mettere in agenda qualsiasi cosa: lavoro, famiglia, vacanze, hobby, amore, etc.

Solo quando avvengono eventi catastrofici inaspettati, come calamità naturali, crisi economiche, pandemie, ci accorgiamo che, in fondo, dobbiamo sempre fare i conti con l’imprevedibilit del caos.
Purtroppo ciascuno di noi ha un certo grado di tolleranza nei confronti dell’incertezza. Il nostro cervello, a partire da una certa soglia, entra in “modalità di allerta” verso quello che ci può accadere intorno. Noi esseri umani preferiamo la stabilità e sapere che quello che abbiamo oggi ci sarà anche domani, perché ciò ci offre un equilibrio emotivo che ci permettere di goderci la vita e tenere tutto sotto controllo.

Purtroppo dobbiamo constatare, anche alla luce dei fatti di cronaca che quotidianamente accadono, che l’imprevedibile e l’incontrollabile sono sempre dentro ed attorno a noi. Nel 1975 il matematico James Yorke enuncia la sua famosa “Teoria del caos”, dove ci viene ricordato un dato essenziale: il mondo non segue un modello preciso e prevedibile; lo si voglia o no, nella nostra vita alberga anche il caos, questo piccolo spazio lasciato al caso, dove risulta quasi impossibile prevedere l’effetto di determinati eventi. Quindi ci dobbiamo trovare preparati a cambiare i piani in qualsiasi momento.

Alla luce di tutto ciò, vale la pena chiedersi troppo a lungo e troppo a fondo il perché di ciò che accade? E’ giusto farsi sensi di colpa sull’incontrollabilità di alcuni eventi? Sicuramente stare troppo a lungo sull’analisi dell’accaduto serve a poco, perché non sempre una ragione può essere trovata. Sarebbe più opportuno cambiare il proprio punto di vista e porsi delle domande diverse, come, ad esempio, non chiedersi sempre “perché è accaduto proprio a me?”.

Aspettiamo che il caos sia passato e raccogliamo le forze necessarie per ricostruire. Solo così riusciremo ad apprendere e trarre beneficio, anche in futuro, da quanto ci è accaduto.

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