I ragazzi non nascono bulli
Uno studente è morto suicida, vittima di bullismo, in una delle scuole della nostra ormai travagliata comunità regionale.
Uno studente è morto suicida, vittima di bullismo, in una delle scuole della nostra ormai travagliata comunità regionale.
Con l’abitudine si accettano delle cose come normalità. Ci sembrano normali i missili balistici, le chat di classe, le birre IPA. Eppure il loro uso non è necessario.
“Evviva, è finita la scuola!”. Quante volte abbia sentito o pronunciato questa frase?
L’esperienza vissuta al convegno nazionale di formazione del Centro PsicoPedagogico, intitolato “La scuola non è una gara”, svoltosi a Piacenza il 20 aprile, mi ha dato tanti spunti su cui riflettere.
Finalmente, dopo anni di battaglie, grazie al fondamentale sostegno dell’associazione Apei (Associazione nazionale di categoria dei Pedagogisti e degli Educatori professionali socio-pedagogici Italiani) di cui sono rappresentante per le Marche, ieri è stata approvata al Senato la Legge che riconosce la creazione di un ordine unico per Educatori e Pedagogisti.
“Non possiamo accettare che tecnici del mondo sanitario si occupino di educazione al posto dei pedagogisti…” si legge un comunicato dell’APEI in riferimento al fatto che “il disagio giovanile legato all’isolamento [forzato durante il lock down, n.d.R] non è un fenomeno psicologico, bensì sociale dovuto alla carenza di interventi pedagogici preventivi…”
“Non è levando lo sport che tuo figlio va meglio a scuola! Non servono ricatti, soprattutto quando questi portano a togliere ciò che fa bene al pensiero di tuo figlio. Gestione della rabbia, della frustrazione, il senso del dovere, del rispetto, sentire la fatica, sono ambiti psicologici nei quali lavora lo sport in modo costruttivo, un percorso che poi gli insegnanti possono raccogliere nel loro pensiero didattico!”
Riporto un mio articolo pubblicato anche su VivereJesi.it
In bocca al lupo, cara mamma! E anche a te cara 12enne!