Il pericolo e gli adolescenti

Il pericolo e gli adolescenti
  • 16 Marzo 2023
  • blog

La notizia del sedicenne morto a Monza durante una gara di moto clandestina negli ultimi giorni ha riempito il web ed il video dello scontro è diventato virale.

Oltre lo shock e l’amaro in bocca che può lasciare una notizia del genere, mi ha dato l’occasione per parlarne in classe. Nella scuola secondaria ho voluto affrontare proprio questa tematica: “E’ giusto pensare alla morte alla vostra età!? E perchè?”.

In un primo momento i ragazzi sono rimasti confusi. Poi sono arrivate le prime considerazioni. Per alcuni l’idea della morte è ancora troppo lontana, anche se ritengono che sia meglio pensarci prima per poter trovarsi preparati dopo (ma forse questa riflessione è un pochino inquinata e guidata dai pensieri degli adulti). Altri non ci pensano proprio, perché così ci si rovina solo l’esistenza, tanto la morte prima o poi arriva.

A livello pedagogico, a sedici anni, in piena adolescenza, ancora non si ha la percezione vera del pericolo, ma si percepisce solo quello che fa star bene l’adolescente. Quindi, nel caso specifico, se la gara clandestina mi provoca piacere io continuerò a farla all’infinito, in quanto a questa età i ragazzi non hanno proprio l’idea di cosa può scaturire un suo atto, seppur pericoloso, soprattutto se sono in gruppo.

Il gruppo per l’adolescente fa diminuire in maniera esponenziale la poca percezione che hanno di responsabilità: più siamo nel gruppo, meno responsabilità ho, perché viene condivisa con il resto del gruppo.

La struttura cerebrale dell’adolescente è flessibile e con un’alta percentuale di adattabilità. La flessibilità e l’adattabilità sono una grande occasione per la costruzione del pensiero e della socializzazione del giovane adolescente. Però al tempo stesso lo rende più vulnerabile e lo può facilmente spingere verso comportamenti pericolosi e, in generale, verso tutti quegli atteggiamenti che caratterizzano questa età come fortemente instabile.