8 in condotta!

8 in condotta!

Un bel otto in condotta in pagella è quello che molti studenti delle scuole superiori si troveranno nei prossimi giorni.

In questo gennaio di scrutini, molti insegnanti sono impegnati a valutare attraverso dei numeri i loro alunni ed anche la loro condotta, cioè il comportamento che gli studenti hanno a scuola ed in classe.
A molte persone, esterne al mondo scolastico, un otto può sembrare un ottimo voto, peccato che è appena al di sopra della sufficienza. Tutto ciò era per far capire quanto un numero sia solo uno sterile strumento di valutazione di una persona. Dietro a quel numero, che spesso scaturisce da una media numerica delle varie discipline, c’è un mondo, un vissuto, una storia.

Anche se da sempre il sistema scolastico ha valutato gli alunni in base ad un voto, che prima era espresso in parole, ora in numeri, oggi, in questo momento, c’è da chiedersi che ruolo riveste il docente. Nella scuola del 2022, l’insegnante quanto vale? Oltre la semplicità di esprimere un voto e fare una media, quanto vale il lavoro del docente? Me lo chiedo in prima persona, come insegnante, ma soprattutto come mamma e come professionista dell’educazione.

Se la scuola deve rappresentare la società per i nostri figli e se l’insegnante deve dare gli strumenti necessari per muoversi nella società, quindi educare a vivere, quanto conta oggi questo lavoro? Che voto avrebbero gli insegnati? Basterebbe un otto in condotta? Inoltre ricordiamo che i ragazzi delle superiori sono in piena adolescenza, un periodo molto particolare della vita di ogni persona, un periodo difficile in cui si vivono sentimenti complessi. In questa fase della vita tutto è incerto, si alternano momenti di forte maturità ad episodi di infantilità. E’ il momento in cui si diventa adulti, ma in fondo si ha ancora l’anima da bambini. Ed ecco che proprio qui la scuola deve fare il suo lavoro, deve manifestare al massimo il suo atto educativo.

La scuola deve tornare ad essere maestra di vita, bisogna che ritrovi la sua umanità, non può diventare anonima e fredda, come un numero. Gli insegnanti migliori, quelli che gli studenti ricordano ed apprezzano, non sono quelli sottomessi alle regole scolastiche, ma coloro che sanno ancora entrare in classe con un sorriso, che sanno offrire la loro capacità educativa agli altri, che si impegnano e con empatia non trasmettono solo nozioni, facilmente fruibili nel mondo di internet, ma anche il rispetto per l’altro, per la vita e per il mondo.

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